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ambiti e contenuto: Storia archivistica
Il complesso documentario in oggetto è stato prodotto da Ottorino Gurrieri nello svolgimento delle numerose attività cui si è dedicato nel corso della propria esistenza. L'archivio si presenta con unità archivistiche definite dallo stesso Gurrieri, il quale ha avuto cura di raccogliere i materiali all'interno di fascicoli per esigenze documentarie, spesso indicandone anche l'oggetto. Il fondo privato di Ottorino Gurrieri è costituito da 482 fascicoli condizionati in 78 buste, di cui alcune originali, e copre un arco cronologico che va dal 1926 al 1992, anno della morte di Gurrieri. All'interno delle serie si trovano, tuttavia, materiali più antichi che spostano la datazione indietro fino alla metà del XIX secolo ed alcune pubblicazioni, giunte probabilmente per abbonamento nel 1993, successive alla data di morte.
Alla morte, per sua esplicita disposizione testamentaria, Gurrieri aveva lasciato il suo archivio personale all'Archivio di Stato di Perugia , mentre il cospicuo fondo librario alla Biblioteca comunale Augusta di Perugia . Parte del fondo archivistico, dopo la morte, è rimasto custodito presso la famiglia nella abitazione sita in località la Corcianella (PG) insieme alla raccolta libraria al medesimo appartenuta . Altro materiale era conservato, invece, all'interno della chiesa di San Luca, sempre a Perugia, insieme al fondo dell'architetto Ugo Tarchi, che al momento della sua morte lo aveva lasciato allo stesso Gurrieri. Tali carte furono trasportate presso l'ASPg dove, effettuata una preliminare suddivisione tra i due fondi, erano stati redatti due diversi elenchi di consistenza dalla dottoressa Paola Monacchia, funzionario presso lo stesso istituto.
Ulteriori 12 buste erano state consegnate dalla signora Gurrieri alla Soprintendenza Archivistica per l'Umbria per essere riordinate e temporaneamente conservate. Descritta quindi in altro elenco di consistenza a cura della Soprintendenza Archivistica per l'Umbria, anche questa documentazione è successivamente confluita in ASPg.
Una parte del fondo archivistico è stata però rinvenuta, durante una prima ricognizione nel 2010, all'interno del materiale bibliografico donato alla BAP. Nel 2011 il materiale è stato spolverato e condizionato in 24 buste, per un totale di 71 fascicoli; contestualmente è stato redatto da Gianluca D'Elia, con il coordinamento scientifico di Francesca Ciacci, un elenco di consistenza. Altre unità archivistiche sono stata rinvenute dalla scrivente all'interno degli scatoloni contenenti materiale librario, nel marzo 2016 durante le operazioni di catalogazione del fondo bibliografico. Nel settembre 2016, con il deposito dei pezzi presenti in BAP presso l'ASPg, si è ottenuta l'unificazione dell'intero complesso documentario .
Il presente lavoro, svolto tra maggio 2016 e maggio 2017, è dunque il frutto della riunificazione completa del fondo Gurrieri e fornisce una descrizione omogenea ed un riordinamento complessivo del materiale. L'inventario è stato redatto sia in forma cartacea, che in formato elettronico attraverso l'utilizzo della piattaforma xDams.
Tuttavia sia nell'ordinamento, quanto nella descrizione, si è dovuto tenere conto delle diverse appartenenze del fondo. Il materiale rinvenuto nella BAP, infatti, è stato depositato in ASPg dal Comune di Perugia senza che vi fosse passaggio di proprietà e per tale ragione si è dovuta mantenere intatta la suddivisione dei documenti: ciò non ha impedito di dare unità, fisica e descrittiva, al complesso documentario. Laddove fosse evidente, dopo attento esame, che la documentazione afferisse ad una medesima pratica, si è proceduto a racchiudere le carte in un unico fascicolo, fornendo una descrizione complessiva. All'interno di una singola unità documentaria possono trovare perciò posto le carte dell'uno e dell'altro istituto, fisicamente divise con cartelline, la cui appartenenza è indicata con nota di possesso sia sul pezzo che nella relativa scheda. Per rendere più agevole la consultazione, anche delle schede on-line, si è scelto di non descrivere singolarmente i sottofascicoli in quanto la suddivisione di questi è stata dettata da ragioni puramente amministrative e non dalla struttura dell'archivio.
Il risultato è dunque un unico inventario in cui sono state segnalate, nelle note alle singole descrizioni, le diverse proprietà. Tale soluzione da una parte fornisce la possibilità di individuare, ed eventualmente separare, i due diversi segmenti dell'archivio, dall'altra facilita la ricerca storica, evitando la suddivisione fisica del materiale.
Durante la fase di descrizione del fondo, inoltre, si è potuta constatare la presenza di carte aggregate, piccoli nuclei documentari appartenenti a diversi soggetti produttori. I singoli nuclei sono stati individuati, separati e descritti autonomamente: ciascuno è stato corredato dalla storia del soggetto produttore, appresa attraverso ricerche bibliografiche e attraverso l'analisi della documentazione stessa. Nella storia archivistica si è invece tentato di fornire ipotesi sulla presenza di queste carte nel complesso documentario: in due casi su quattro si tratta probabilmente di carte provenienti dall'archivio privato di Giustino Cristofani, studioso e amico di Ottorino Gurrieri. Negli altri due casi si può ipotizzare un casuale ritrovamento, anche tra gli archivi delle istituzioni di cui Gurrieri aveva fatto parte, e forse una volontà di utilizzare il materiale per scopi di ricerca.
Per una trattazione più esauriente si rinvia all'introduzione della tesi cartacea depositata e consultabile presso la biblioteca dell'Archivio di Stato di Perugia.
Ordinamento, inventariazione e schedatura a cura di Claudia Ambrosio.
ambiti e contenuto: Profilo biografico
Ottorino Gurrieri nacque a Ragusa il 21 luglio del 1905 da Agostino e Ginetta Ciai, e lì venne battezzato nella chiesa di Santa Maria delle Scale. Il padre Agostino, il sesto figlio dopo ben cinque femmine, nacque il 02 gennaio 1875 a Ragusa Ibla, e contrasse matrimonio a Perugia il 28 maggio 1902 con Ginetta Ciai, originaria del capoluogo umbro. Nel dicembre del 1908, mentre Ottorino e Agostino si trovavano proprio a Perugia, un violento terremoto colpì la città di Messina lasciando Ottorino orfano di madre. Poco dopo Agostino si risposò con Francesca Nobile da cui ebbe altri due figli: Saul ed Elvira. Per alcuni anni la famiglia si stabilì a Bologna dove Ottorino frequentò il ginnasio e liceo classico "Marco Minghetti" mentre il padre insegnava Filosofia del diritto nell'Ateneo bolognese. Si laureò poi a Perugia in giurisprudenza con votazione 110/110.
Della vita privata di Ottorino Gurrieri nella documentazione resta debole traccia, si sa infatti che in data 21 ottobre 1961 sposò Jolanda Alunni e dall'unione non nacquero figli.
A soli diciannove anni iniziò a scrivere su alcuni quotidiani come pubblicista, attività questa che lo accompagnò fino alla fine della sua vita. Pubblicò il suo primo articolo sul quotidiano «Il Messaggero» il 5 dicembre del 1924, e in seguito, dal 1926 al 1931, collaborò con «Il Giornale di Sicilia». Fu per molti anni, tra gli anni '40 e '50, redattore capo del «Giornale d'Italia» poi «Giornale del mattino» a Perugia.
Scrisse all'epoca due reportage, pubblicati prima a puntate sul quotidiano «La Nazione del popolo» e poi come monografie, entrambi sul tema della detenzione: Una cometa su Perugia, storia di una donna ungherese incarcerata a Perugia per spionaggio nel 1940 e il personalissimo Nelle carceri di Perugia sotto il terrore nazifascista. Pubblicato nel 1947 per l'editore Simonelli, sotto lo pseudonimo di 2920: il testo narra dell'arresto e del periodo di prigionia trascorsi da Ottorino Gurrieri nel carcere di Perugia.
Dal 1942 fu iscritto all'Ordine dei giornalisti dell'Umbria come pubblicista, diventò poi giornalista professionista e ritornò a collaborare come pubblicista con diverse testate dopo la pensione. Dal 1980 fu presidente della Sezione provinciale di Perugia dell'Associazione stampa romana e nel 1983 fondò una locale Associazione della stampa umbra, di cui divenne presidente.
L'attività che lo impegnò principalmente, però, fu quella nel settore dei beni culturali e del turismo. Gurrieri iniziò svolgendo alcuni incarichi presso la Brigata perugina degli Amici dell'arte, di cui fu poi segretario dal 1963 e rettore fino alla morte.
Nel 1959 fu nominato presidente dell'Azienda autonoma di soggiorno, cura e turismo di Perugia e riconfermato con nomina del 27 gennaio 1966. La documentazione testimonia le iniziative portate avanti come presidente dell'AAT nel campo del turismo e nella valorizzazione del patrimonio storico artistico, con un decisivo contributo sia nella promozione che nella conservazione e restauro dello stesso.
L'impegno profuso per le iniziative culturali e turistiche in ambito locale, fu messo al servizio nazionale quando, il 6 dicembre 1967 divenne presidente dell'Associazione italiana aziende autonome di soggiorno, cura e turismo; carica che, ex articolo 10 dello Statuto dell'ASATUR, doveva necessariamente essere ricoperta dal presidente di una delle Aziende autonome del territorio. Rimase presidente di entrambe le istituzioni fino a quando, per il normale avvicendamento tra diversi schieramenti politici, perse l'incarico presso l'AAT il 27 luglio 1974 e, di conseguenza, fu costretto a dimettersi dalla presidenza dell'ASATUR.
Negli stessi anni in cui fu presidente dell'AAT e dell'ASATUR, inoltre, Gurrieri ricoprì alcune cariche, a livello locale e nazionale, collegate a tali incarichi o affidategli per la nota esperienza maturata nel settore: fu nominato Ispettore onorario ai monumenti per la circoscrizione di Perugia; dal 1961 fu rappresentante dell'AAT presso l'Assemblea generale della Sagra Musicale Umbra; nel marzo del 1970 entrò a far parte del Comitato esecutivo dell'ENIT - Ente nazionale italiano turismo.
Nel 1972 Gurrieri divenne Accademico d'onore presso l'Accademia di belle arti "Pietro Vannucci" di Perugia. Dal marzo 1980 ricoprì la carica di Conservatore delle raccolte d'arte dell'Accademia, inizialmente solo ad interim, e con questo incarico si occupò di molteplici aspetti delle raccolte e dei beni dell'Istituto.
Dal settembre 1966 e fino al settembre 1975 Gurrieri fu inoltre insegnante presso l'Istituto professionale per il commercio di Perugia, dove fu chiamato come docente di Pubblicità e di Storia dell'arte e del folklore.
Non meno importanti furono poi gli impegni di Gurrieri con due istituzioni cardine dell'Umbria: l'Università per stranieri di Perugia e la Regione. In Regione Gurrieri prese parte a diverse iniziative: nell'ottobre 1970, in qualità di presidente dell'AAT inviò al Consiglio regionale osservazioni e proposte, nel settore turistico, per la redazione dello Statuto della Regione. Dal 1975 fino al 1980 fu membro della Consulta regionale per la conservazione e l'uso dei beni culturali: durante tale incarico collaborò alla redazione di Piano pilota per la conservazione dei beni culturali e per la promozione delle attività connesse (1979), e partecipò alla consultazione per alcuni disegni di legge circa l'acquisizione, la salvaguardia e il godimento di beni culturali ed ambientali, e in materia di musei, biblioteche, archivi di enti locali o di interesse locale ed interventi per le attività culturali.
I rapporti con l'Università per stranieri, invece, iniziarono nel 1967, quando venne nominato Consigliere d'amministrazione come rappresentante designato dall'AAT di Perugia e vi rimase fino al 1980. In quegli anni Gurrieri si occupò di numerose attività: dalla promozione dei corsi, alla supervisione di seminari di studio e convegni, all'approvazione di finanziamenti elargiti agli istituti di cultura italiana all'estero.
Ottorino Gurrieri ebbe inoltre una straordinaria passione per il teatro che realizzò sia con la produzione di pièces teatrali, sia con la partecipazione ad associazioni di settore, sia infine con ricerche nell'ambito: si conserva, ad esempio, un dattiloscritto probabilmente di Alberto Iraci sull'Accademia civica del teatro Morlacchi e la sua storia. Si occupò anche della riapertura della storica sala perugina "La Turrenetta" e vi stabilì il centro artistico "La Turrenetta" il cui scopo fu organizzare spettacoli, soprattutto in vernacolo perugino.
Inoltre, parallelamente agli incarichi ufficiali e all'attività lavorativa, Gurrieri trovò appagamento soprattutto nella redazione di guide, monografie, biografie e studi. Si tratta di una vastissima produzione editoriale, più di cento opere, per lo più incentrate sui temi cardine della sua vita lavorativa: il turismo e i beni culturali. A partire dagli anni '50 Gurrieri si impegnò in una produzione incentrata interamente sull'arte e sui monumenti umbri, come risultato forse dei primi incarichi ottenuti presso la Brigata e l'AAT. Nascono così studi e brevi guide illustrate che, a volte traggono origine dalle ricerche effettuate per il finanziamento e l'affidamento di restauri e lavori, mentre altre volte ne costituiscono il naturale sbocco. Nei decenni successivi, con l'intensificarsi della sua attività nel settore dei beni culturali, e contando anche sulle possibilità offerte dall'AAT per la pubblicazione di tali lavori, Gurrieri intraprese quasi un censimento dei monumenti perugini. Vennero così portati all'attenzione del grande pubblico chiese, palazzi, opere che non sempre erano comprese nelle guide turistiche della città. La fortuna di questi testi fu immediata e allo stesso tempo duratura: numerose furono le riedizioni e talvolta anche le traduzioni in altre lingue.
Riconoscimenti alla sua carriera non mancarono, a livello locale e nazionale, oltre i già citati medaglia d'oro dell'Associazione stampa romana, per i quaranta anni di appartenenza all'Ordine dei giornalisti, e il premio Leader del turismo, ottenne anche la medaglia d'oro per il turismo il 13 dicembre 1969. Il 26 settembre 1959 l'allora ministro della Pubblica Istruzione, Giuseppe Medici, gli conferì la medaglia d'argento di benemerito della scuola, cultura ed arte, mentre nel 1973 ottenne anche la medaglia d'oro, con relativo diploma, della stessa onorificenza. Infine il 27 dicembre 1971 Gurrieri fu nominato Grande ufficiale al merito della Repubblica con decreto del Presidente della Repubblica.
Negli ultimi sei anni di vita Gurrieri non assunse cariche, lasciò ogni impegno istituzionale e si dedicò solo alle sue ricerche. Da tempo legato alla città di Corciano, lì trascorse gli ultimi anni di vita, fino alla morte il 15 maggio del 1992.
Per una trattazione più esauriente si rinvia all'introduzione della tesi cartacea depositata e consultabile presso la biblioteca dell'Archivio di Stato di Perugia.
ambiti e contenuto: STORIA DEL SOGGETTO PRODUTTORE
Le prime notizie della famiglia Rossi Scotti risalgono al 1300. Originaria di Monte Petriolo e Cibottola, castelli del contado di Perugia, ebbe come capostipite un Lemme, padre di Cecco. Valerio di Cecco trapiantò la famiglia a Perugia e ne ottenne la cittadinanza il 6 aprile 1408. Bernardino Rossi, a seguito del matrimonio con Angelica, unica figlia dei conti Scotti di Perugia, ne ereditò il nome, il titolo, le sostanze e lo stemma (1655) ed un Giovan Battista, nipote del precedente, in seguito alle nozze con la contessa Vittoria Sozi, ereditò l'antico feudo di Baschi. La famiglia è iscritta nell'Elenco ufficiale della nobiltà italiana coi titoli di conti di Montepetriolo, nobili di Perugia, nobili dei conti di Montepetriolo .
Luigi Rossi Scotti , in particolare, fu figlio di Gaspare (m. 1864) a lungo direttore dell'Accademia di Belle Arti di Perugia, ed Eleonora Baldeschi, la quale «si esercitò felicemente nelle Belle Arti» . Nato il 10 luglio 1832, primo di sei figli, a dieci anni fu iscritto al Collegio Tolomei di Siena e lì rimase fino al settembre 1850, dando prova di buone capacità poetiche. Successivamente si iscrisse all'Università di Perugia, facoltà di giurisprudenza, conseguendo cinque anni dopo il diploma di laurea con lode. Il 12 luglio 1856 conseguì il titolo anche presso l'Università di Roma ma, dopo alcuni anni di pratica, decise di non perseguire il titolo di avvocato. Si dedicò perciò all'ambito letterario, stampando per Le Monnier alcuni versi mentre, negli stessi anni, il fratello Lemmo si dedicava alla pittura.
Nel 1864, anno di morte del padre, sposò Lucia Donini Ferretti da cui ebbe due figli: Tiberio e Laura. Quest'ultima andò in sposa a Giammaria della Porta di Gubbio nel 1885.
Luigi dedicò la sua vita alla scrittura e fu «dei più amorosi e felici cultori dell'arte sua, in questa Umbria così modesta e seriamente valorosa; ed ebbe largo e meritato premio di lode in un'epoca in cui fiorivano in Perugia la Pieralli, il Cocchi, il Pennacchi, il Ragnotti, la Bonacci Brunamonti e [ ] Luigi Bonazzi» . Nel 1882 una malattia lo paralizzò e lo rese infermo fino al giorno della morte il 2 ottobre 1900.
Si segnalano tra le opere edite: Una notte al Trasimeno, Perugia, Tipografia Vagnini, 1854; Affetti paterni, Perugia, Boncompagni, 1878; Juvenilia: versi, Perugia, Tipografia Vincenzo Santucci, 1887; e il postumo Versi, Torino-Roma, Casa editrice nazionale Roux e Viarengo, 1904, fortemente voluto dalla moglie e curato da Giovanni Bini Cima.
STORIA ARCHIVISTICA
Nell'archivio personale di Ottorino Gurrieri si conserva un solo fascicolo relativo alla partecipazione di Luigi Rossi Scotti all'Esposizione Umbra del 1879. Tuttavia non è stato possibile comprendere la presenza delle carte in questo fondo; si può ipotizzare che Gurrieri, ottenuta la documentazione, intendesse svolgere alcune ricerche sull'argomento dell'Esposizione o sulla famiglia Rossi Scotti.
Il fascicolo è stato creato in origine dal soggetto produttore e contiene lettere ricevute, minute e note manoscritte, ma anche opuscoli, volantini e biglietti da visita. La documentazione fa riferimento alla presentazione di alcuni prodotti, nello specifico alcune bottiglie di vino Aleatico di produzione del conte Rossi Scotti, all'Esposizione umbra del 1879.
Si segnala la presenza di altra documentazione archivistica di carte della famiglia Rossi Scotti in ASPg . Si tratta di carte relative a Luigi, Giovanni Battista, Tiberio e Lucia Rossi Scotti: corrispondenza, componimenti in poesia e prosa, bozze di stampa, ricordi, disegni, appunti, carte contabili, opuscoli.
note: BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
Archivi privati in Umbria, a cura di ANTONIO PAPA, con presentazione di LEOPOLDO SANDRI, Perugia, Deputazione di storia patria per l'Umbria, 1981
V. SPRETI, Enciclopedia storico-nobiliare italiana: famiglie nobili e titolate viventi riconosciute dal R. governo d'Italia compresi: città, comunità, mense vescovili, abbazie, parrocchie ed enti nobili e titolati riconosciuti, Bologna, Forni editore, 1969, p. 823
L. ROSSI SCOTTI, Versi, Torino-Roma, Casa editrice nazionale Roux e Viarengo, 1904
Carte della Commissione provinciale di Perugia per la conservazione dei monumenti, 1906 - 1921 + infonaviga gerarchia
Carte della Commissione provinciale di Perugia per la conservazione dei monumenti
ambiti e contenuto: STORIA DEL SOGGETTO PRODUTTORE
Con L. 27 Giugno 1907, n. 386 furono istituite le Soprintendenze ai monumenti; agli scavi e ai musei archeologici e le Soprintendenze alle gallerie, ai musei medioevali e moderni e agli oggetti d'arte. Con la medesima legge vennero create le Commissioni provinciali per la conservazione dei monumenti, con lo scopo di fornire aiuto nella tutela e conservazione dei monumenti e degli oggetti di antichità e d'arte. Le Commissioni nello specifico: «danno parere sopra ogni argomento riguardante la tutela e la conservazione dei monumenti e degli oggetti d'antichità e d'arte della rispettiva provincia su cui siano interrogate dalle soprintendenze o dal ministero. Possono di loro iniziativa far proposte relative alla conservazione dei monumenti, all'esecuzione di scavi, ad acquisti di oggetti d'antichità e d'arte utile ai musei e alle gallerie nazionali, provinciali, comunali nel territorio di loro circoscrizione» La Commissione era composta di massimo sette commissari nominati con decreto reale: tra questi vi erano di diritto i Soprintendenti. Per l'incarico i commissari non ricevevano alcun compenso, se non il rimborso delle spese di viaggio. La commissione si riuniva presso la Prefettura almeno due volte l'anno .
STORIA ARCHIVISTICA
Della Commissione per la conservazione dei documenti si conservano un registro e due fascicoli di corrispondenza. La documentazione è giunta insieme all'archivio personale di Ottorino Gurrieri, ma non è stato possibile comprendere la presenza delle carte in questo fondo. Si può ipotizzare che le carte siano giunte a Gurrieri tramite Giustino Cristofani, suo amico, che ricopriva il ruolo di segretario della Commissione ed è destinatario di parte della corrispondenza presente nel fascicolo n. 3. I fascicoli sono stati creati durante la fase di descrizione presso la Soprintendenza archivistica per l'Umbria. Il registro contiene i verbali delle adunanze della Commissione mentre il fascicolo n. 2 contiene la documentazione amministrativa prodotta a seguito delle delibere. Ad eccezione di pochi numeri mancanti, inoltre, si possono rinvenire anche i numeri di protocollo progressivi su ciascun documento. Diverso è invece il contenuto del terzo fascicolo che contiene comunicazioni interne, tra il segretario Giustino Cristofani e vari commissari, relative a convocazioni e presenze alle adunanze.
note: BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
L'organizzazione della tutela del territorio: note storiche, a cura dell'UFFICIO STUDI MIBAC, «Notiziario» 68-70, pp. 27-28.
Carte del Comitato Umbro-Sabino per l'Esposizione del 1911 in Roma, 1911 + infonaviga gerarchia
Carte del Comitato Umbro-Sabino per l'Esposizione del 1911 in Roma
ambiti e contenuto: STORIA DEL SOGGETTO PRODUTTORE
Il Comitato regionale Umbro-Sabino per le feste commemorative del 1911 in Roma era composto da dodici membri, tra cui il presidente Giuseppe Conestabile della Staffa e il vicepresidente Luciano Valentini, sindaco di Perugia. Il Comitato era coadiuvato da due architetti: Dante Viviani e Guglielmo Calderini e da una commissione artistica che tra i propri membri annoverava Vincenzo Ansidei, Giustino Cristofani, Astorre Lupattelli, Oscar Scalvanti.
Scopo del Comitato era quello di collaborare alla creazione di una mostra etnografica da realizzarsi in piazza d'Armi a Roma. Nello specifico il Comitato si occupava di quella parte della mostra definita La Regionale che ospitava, cioè, quattordici padiglioni regionali che miravano a riprodurre alcuni monumenti o architetture delle varie regioni italiane. Ciascun padiglione era infatti una costruzione vera e propria il cui esterno rispecchiava i modelli architettonici regionali, mentre all'interno si esponevano prodotti artistici delle medesime regioni.
Il padiglione Umbro-Sabino riproduceva il palazzo dei Priori di Perugia, rivisitato e modificato da altre costruzioni trecentesche: un portico, una torre merlata. All'interno invece il Comitato aveva deliberato di esporre ritratti di uomini illustri dell'epoca e dell'Umbria. La documentazione, pertanto, conserva proprio la corrispondenza relativa alle indagini per individuare i personaggi celebri e i rispettivi ritratti.
STORIA ARCHIVISTICA
Del Comitato umbro-sabino si conservano solo tre fascicoli contenenti corrispondenza e fotografie. I fascicoli sono stati creati in fase di riordino. La documentazione è giunta insieme all'archivio personale di Ottorino Gurrieri. Si può ipotizzare che le carte siano giunte a Gurrieri tramite Giustino Cristofani , suo amico, membro della commissione artistica e destinatario di parte della corrispondenza presente nel fascicolo n. 2.
note: BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
Le esposizioni del 1911. Roma - Torino - Firenze. Rassegna illustrata delle Mostre indette nelle tre Capitali per solennizzare il Cinquantenario del Regno d'Italia, compilata a cura di G. TREVES, Milano, Fratelli Treves editori, 1911.
M. SQUADRONI, Il Comitato regionale Umbro-Sabino per la Esposizione 1911 in Roma, in Arte e patriottismo nell'Umbria del Risorgimento, a cura di M. DURANTI, D. CIALFI, A. MIGLIORATI, C. MINCIOTTI TSOUKAS, A. PESOLA, M. SQUADRONI, Perugia, EFFE Fabrizio Fabbri, 2011, pp. 115-122.
ambiti e contenuto: STORIA DEL SOGGETTO PRODUTTORE
Le famiglie Pucci e Boncambi sono attestate a Perugia sin da 1100 . La famiglia Pucci annovera tra i suoi antenati Antonio, vescovo di Perugia nel 1411. La famiglia Boncambi, invece, annovera un Angelo capitano delle armi di Perugia nella guerra del 1318 contro Cortona e Boncambio, giurista, nominato conte il 3 maggio 1443. Il titolo di conte palatino imperiale fu stato concesso ai Boncambi con diploma del 3 maggio 1405. Il 20 dicembre 1715 il conte Marco Antonio Boncambi istituisce suo erede universale Giovanni Battista Pucci con l'obbligo di assumere, per lui e i suoi eredi, casato, titolo e arma dei Boncambi. La famiglia ora Pucci Boncambi annovera tra i suoi membri Federico (1729-1808) lettore di jus civile nell'Università di Perugia ed in seguito rettore dello stesso ateneo. La documentazione conservata è stata prodotta da Ridolfo, gonfaloniere di Perugia, che mantenne la suprema magistratura cittadina dal 1823 al 1828. Del periodo come gonfaloniere si conservano documenti ed opuscoli relativi alla sistemazione dell'acquedotto cittadino. Ridolfo fu inoltre vice presidente dell'Accademia di Belle Arti, Cameriere segreto soprannumerario di spada e cappa di Sua Santità e lettore di giustizia civile nell'ateneo perugino. Nel 1821 sposò Caterina Orsucci da cui ebbe Federico (n. 11 novembre 1821 - m. 28 dicembre 1891). Federico sposò Maria Bandini Giustiniani dei marchesi di Lanciano e Rustano (n. 16 agosto 1826) ed ebbero Rodolfo (1850-1926), Cecilia e Vittorio, prematuramente scomparso nel 1875. Federico ricoprì molti incarichi: fu ufficiale della Guardia civica e comandante nella legione di Perugia della Guardia nazionale. Il figlio Rodolfo sposò Maria della Genga (1859-1912), dando vita al ramo dei Pucci della Genga : nella documentazione conservata si segnala la corrispondenza tra le famiglie relativa al matrimonio tra i due. Cecilia, invece, nata il 14 maggio 1857 sposò in prime nozze Gerberto Cesi duca d'Acquasparta e in seconde nozze Luigi Taticchi. La famiglia è iscritta nell'Elenco ufficiale della nobiltà italiana con i titoli di nobile di Perugia e conte palatino imperiale.
STORIA ARCHIVISTICA
Le carte, 38 fascicoli in 3 buste, coprono un arco cronologico che va dal 1786 al 1891. Si tratta di carte personali e corrispondenza di Ridolfo e del figlio Federico (1821-1891). La documentazione si presentava già parzialmente organizzata in fascicoli, ciascuno con un titolo originario. Si conservano inoltre una busta originale e i dorsi delle altre due buste, il cui stato conservativo era troppo compromesso per poter essere ancora utilizzate. Alcune buste ed alcune carte, infatti, presentano segni di umidità che in alcuni casi hanno compromesso la leggibilità dei documenti. La documentazione sembra essere stata organizzata da Federico Pucci Boncambi, come dimostrano le intitolazioni manoscritte sui dorsi delle buste originali. Pertanto si è proceduto al riordinamento tenendo conto della volontà del soggetto produttore che aveva diviso tra le sue carte e quelle del padre Ridolfo. Sono state create due serie, ciascuna contenente le carte di un singolo membro. La documentazione di Federico Pucci Boncambi, cui appartiene la maggior parte del materiale, è stata ulteriormente suddivisa in due sottoserie che contengono rispettivamente la corrispondenza e le carte personali. La Corrispondenza contiene prima fascicoli di carteggio suddiviso per mittenti o tematiche, e successivamente fascicoli annuali. Le Carte personali contengono invece attestazioni di nomine ed un interessante fascicolo con documenti estratti per la Mostra storica del Risorgimento politico italiano. Si segnala inoltre il fascicolo 5 che contiene sia la documentazione su alcune famiglie perugine per l'iscrizione ai collegi dei nobili sia carte relative all'ammissione presso i collegi nobiliari stessi.
note: BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
M. ANTINORI, Elogio di Rodolfo Pucci Boncambj, Perugia, Tipografia Garbinesi e Santucci, 1830.
Archivi privati in Umbria, a cura di ANTONIO PAPA, con presentazione di LEOPOLDO SANDRI, Perugia, Deputazione di storia patria per l'Umbria, 1981
Opac del sistema bibliotecario regione Umbria:
http://opacsbn.regioneumbria.eu/SebinaOpac/Opac (consultato in data 4 giugno 2017)
SIUSA-Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche:
http://siusa.archivi.beniculturali.it (consultato in data 4 giugno 2017)
V. SPRETI, Enciclopedia storico-nobiliare italiana: famiglie nobili e titolate viventi riconosciute dal R. governo d'Italia compresi: città, comunità, mense vescovili, abbazie, parrocchie ed enti nobili e titolati riconosciuti, VII, Milano, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, 1928, pp. 533-534.