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ambiti e contenuto: Il fondo proviene da una miscellanea, composta da circa 3000 buste, tradizionalmente denominata "Pozzo", nome assegnato all'imponente mole di carte, derivante dal fatto che tutta la documentazione, che poi è stata assemblata in una miscellanea, si trovava accatastata all'interno di un pozzo, o cisterna, situato presso uno spazio dell'attuale sede del Tribunale di Perugia, nella piazza del Sopramuro, ora piazza Matteotti. E' probabile che il materiale documentario, relativo ad un arco temporale che va dal XIV al XIX secolo, sia stato gettato nella cisterna nel 1860, cioè durante il periodo di transizione fra il Governo Pontificio e il Regno d'Italia. L'intera documentazione, prima di essere depositata presso l'Archivio di Stato di Perugia, è stata recuperata alla meglio, con l'utilizzo di pale e badili, in pessimo stato di conservazione a causa dell'umidità sofferta all'interno del luogo particolarmente umido. La grave frammentazione delle carte, unitamente al difficile recupero, ha reso impossibile riunire il materiale proveniente dal medesimo soggetto produttore, che invece è stato raccolto in buste senza alcun criterio di ordinamento. Sulla base di un progetto messo a punto dall'Archivio di Stato di Perugia, si sono così costituiti nuclei di carte frammentarie (spesso proprio frammenti di carte) di varie epoche e provenienti da più enti produttori. Un'accurata prima disamina del materiale, effettuata tramite l'analisi di ciascuna carta, ha consentito di individuare le varie tipologie di atti, nonché la maggior parte dei soggetti produttori delle medesime. Il filo condutture che lega tutto il materiale miscellaneo è costituito dall'attività dei notai, i quali avevano conservato presso di sé tutta la documentazione prodotta nell'esercizio delle loro funzioni sia pubbliche che private. Quindi, insieme con materiale documentario strettamente notarile, presso lo stesso notaio si trovavano depositati anche gli atti di natura giudiziaria, stilati durante i mandati di cancelliere, oppure notaio redattore presso una magistratura cittadina. Per lo stesso motivo è presente nella miscellanea anche materiale prodotto dal Comune di Perugia, oppure da confraternite o conventi perugini per i quali il notaio era incaricato di stilare gli atti. Unica eccezione ai depositi di carte riferite a notai, è costituita da materiale contraddistinto da una segnatura numerica, ancora in fase di studio, apposta da un archivista della seconda metà del Settecento sui fascicoli dei processi civili, spesso smembrati. La mano settecentesca ha provveduto ad archiviare e a sistemare i processi con un criterio alfabetico. in base all' iniziale del nome dell'attore promotore della vertenza. Nell'ambito del lavoro di riordinamento ancora in corso, i documenti dei processi sono stati ordinati, all'interno di questo schema alfabetico, tenendo conto degli estremi cronologici. La segnatura dei fascicoli è ora costituita dalla lettera, seguita dal numero del contenitore e da un numero progressivo interno a questo. Ai processi discussi dinanzi alle magistrature, sono stati aggiunti anche gli arbitrati, concordie stragiudiziali in cui il notaio è sempre autore della documentazione. Tuttavia, poiché l'archiviazione dei processi in base alla lettera dell'alfabeto, operata dalla mano settecentesca, non venne completata, nella miscellanea sono stati individuati anche nuclei di fascicoli processuali organizzati ancora come aveva stabilito il notaio redattore. Nel progettare l'intervento archivistico sul fondo, sono state individuate quattro serie. Nella prima serie "Processi civili", si distinguono due sottoserie: la prima che contiene i fascicoli in ordine alfabetico, e la seconda i processi conservati presso i notai, privi di numerazione, e rimasti integri. Seguono la seconda serie: "Arbitrati"; la terza: "Precetti", cioè le ingiunzioni di pagamento contro debitori insolventi; la quarta: "Convocazioni in giudizio", o Actuaria, registri spesso semestrali, nei quali si trovano registrate, giorno per giorno, le parti in causa chiamate in giudizio in fase dibattimentale.
Il complesso lavoro di identificazione e di descrizione di questi materiali è ancora in corso, ma, in occasione della presentazione del progetto (7 giugno 2013), si è ritenuto utile mettere a disposizione del pubblico i risultati finora conseguiti, ancorché molto parziali.
Al conseguimento degli obiettivi del progetto sta lavorando da tempo un gruppo di archivisti, costituito da Alberto Maria Sartore, Serena Sampaolo, Anna Alberti, Lucia Boriolo, Elisa Morelli.
ambiti e contenuto: La serie, che copre un arco cronologico che va dal XV al XVII secolo circa, è composta da fascicoli con rilegatura coeva, ciascuno dei quali riferito ad un processo. Le magistrature che nel corso dei secoli hanno esercitato le funzioni giurisdizionali presenti in questa serie sono: il Capitano del Popolo e il Podestà per i secoli XV e in parte il secolo XVI, in cui il soggetto produttore è il Comune di Perugia. A questi si aggiungono le magistrature del Legato e Vice legato, e infine gli Uditori della Rota. Di tutti questi atti il soggetto produttore è il Governo Pontificio. Alcuni processi infine provengono dai Tribunali delle Arti.