Commissariato generale straordinario delle province dell'Umbria - (12 settembre 1860 - 02 gennaio 1861) + info
storia: Istituito alle dirette dipendenze del Ministero dell'interno, il Regio Commissariato generale straordinario delle province dell'Umbria aveva il compito di creare le condizioni per l'annessione della regione allo Stato italiano che si stava costituendo. Il territorio regionale comprendeva in realtà anche il territorio di Rieti e quello di Viterbo (quest'ultimo fu poi restituito allo Stato pontificio nel mese di ottobre del 1860) e, a seguito di un rimaneggiamento dei confini con le vicine Marche, finì per comprendere anche il paese di Gubbio, la cui amministrazione comunale presentò una precisa dichiarazione in tal senso. Gioacchino Napoleone Pepoli, designato con decreto regio titolare del commissariato il 12 settembre 1860, si adoperò, nei circa cento giorni di attività, per introdurre gli ordinamenti piemontesi e per modificare l'assetto sociale e istituzionale del territorio affidatogli, in modo anche più radicale rispetto alle intenzioni del governo di Torino. L'archivio testimonia un'intensa attività volta a raggiungere risultati significativi e a imprimere, anche in contrasto con alcuni settori dell'opinione pubblica, una svolta decisiva alla vita delle comunità in ogni campo, dal rapporto fra apparato esecutivo e amministrativo, da un lato, e autorità giudiziarie, dall'altro, alle relazioni fra società civile e autorità ecclesiastiche, dall'introduzione di organi locali rappresentativi e elettivi alla fondazione dell'ufficio di stato civile laico. Il suo operato diede luogo a un'ampia serie di provvedimenti testimoniata dai 290 atti normativi prodotti e pubblicati nel 1861 con il nome di "Atti ufficiali". Fra i provvedimenti che produssero una più netta rottura con il passato, vanno ricordati quelli che sancirono la soppressione delle corporazioni religiose, la laicizzazione del sistema scolastico e delle opere pie, la soppresione dell'odiosa tassa sul macinato. Per legittimare l'annessione, in un momento in cui l'Umbria costituì una regione di frontiera con quanto restava dello Stato pontificio protetto dalle truppe francesi, indisse il referendum con il sistema del suffragio universale maschile, che diede i risultati sperati. Prima di lasciare la carica, Pepoli costituì un nuovo assetto amministrativo, abolendo le precedenti circoscrizioni amministrative e sostituendole con l'unica provincia dell'Umbria, con capoluiogo Perugia.
sede: Perugia
funzioni: Uffici centrali e periferici dello Stato italiano
fonti: A. VENTRONE, "L'amministrazione dello Stato Pontificio dal 1814 al 1870", Roma, 1942.
"Gli archivi umbri e l'Unità". Guida alle fonti documentarie 1859-1865, in "L'Umbria nella nuova Italia", Perugia, Deputazione di storia patria per l'Umbria, 2011.