storia: Le Opere pie Donini vengono istituite da Laura Donini con i testamenti del 26 febbraio 1838 e del 13 novembre 1844, rogati dal notaio Giuseppe Innamorati e aperti il 5 aprile 1854. Gli Statuti dell'ente sono approvati con R.D. 28 luglio 1872, che erige le Opere pie Donini ad ente morale. Il 30 settembre 1905 viene messo a punto un nuovo Statuto, approvato con R.D. 12 luglio 1906. Le Opere pie Donini, con sede a Perugia in via dei Ghezzi, esplicano tuttora la loro attività. Fin dalla fondazione, l'ente è formato da due distinti istituti: l'Eredità Donini per le zitelle povere derelitte e lo Stabilimento Donini per le povere donne croniche, con un'unica amministrazione. Compito del primo è di provvedere a vitto, vestiario e alloggio per un certo numero di ragazze orfane ospitate nel Pio Conservatorio delle Derelitte di Perugia e di destinare dieci doti di 332,50 lire ad altrettante orfane in occasione del loro matrimonio (cfr. la prima sezione dello Statuto organico delle O.P.D. in Perugia del 1906: Statuto dell'Opera pia zitelle povere, art. 2). L'ammissione, sulla quale hanno poteri decisionali sia gli amministratori delle Opere pie che quelli della Congregazione di carità, è subordinata alla sussistenza di tre fondamentali requisiti: che le giovani siano prive di almeno uno dei genitori, che siano indigenti e di condotta morale irreprensibile. I mezzi finanziari utilizzati per mantenere le "zitelle" orfane sono i beni mobili e immobili della contessa Donini e la metà dei suoi legati, pensioni e giubilazioni ordinati nel testamento (art. 3). Lo Stabilimento per le Croniche nasce invece per dare ricovero, in un'apposita sede, a "povere donne croniche della Città [di Perugia] e più specialmente quelle di condizione civile". Il numero delle ricoverate nello Stabilimento è proporzionale ai mezzi di cui l'istituto dispone (cfr. la seconda sezione dello Statuto organico delle O.P.D. in Perugia del 1906: Statuto dello Stabilimento delle Croniche, art. 2). Requisiti per l'ammissione allo Stabilimento sono: la condizione di povertà, la nascita a Perugia o il domicilio in città da almeno dieci anni e preferibilmente l'appartenenza a una famiglia di condizione "civile". La povertà della candidata deve essere certificata dal sindaco di Perugia, l'infermità da un medico (art. 9). Come si è già osservato, l'Eredità Donini per le zitelle povere e lo Stabilimento Donini hanno una stessa amministrazione, con un consiglio direttivo (o Deputazione amministrativa) composto di sette membri: uno appartenente al "ceto ecclesiastico", due al "ceto nobile", tre al "ceto dei cittadini" e il sindaco di Perugia; è prevista inoltre la presenza di un segretario da scegliersi tra i notai (cfr. Statuto dell'Opera pia per le zitelle povere, art. 4). Si tenga presente quindi che, fin dalle origini dell'ente, nella Deputazione siedono sia il sindaco di Perugia che un ecclesiastico di rilievo, spesso proveniente dalla curia diocesana. La carica di presidente delle Opere pie Donini viene ricoperta a turno, con rotazione annuale, da tutti i membri della Deputazione (art. 8). Nel corso degli oltre cento anni di storia dell'ente, tra i presidenti è dato riscontrare spesso i cognomi delle più prestigiose famiglie perugine, come gli stessi Donini, rappresentati da Filippo, e gli Ansidei, e di importanti protagonisti della vita cittadina (e non solo), come Francesco Conestabile della Staffa o, più tardi, il notaio e storico Francesco Duranti. Tra i compiti del presidente vi sono l'esecuzione delle delibere del consiglio direttivo e la verifica di cassa in presenza del tesoriere (art. 9). Alla Deputazione amministrativa appartiene "l'Amministrazione generale della pia Eredità Donini", che delibera in materia finanziaria (bilanci, lasciti, gestione del patrimonio) e amministrativa (assunzioni di impiegati, retribuzioni, regolamenti di amministrazione interna). La Deputazione, inoltre, ha l'obbligo di stilare i bilanci da sottoporre alla Deputazione provinciale, di compilare gli inventari dei beni, di provvedere alla manutenzione degli immobili e di riunirsi almeno sei volte l'anno. Alla Deputazione si affiancano gli uffici di segretario, cassiere e ragioniere. Va specificato che si tiene una contabilità separata per i due rami dell'ente (art. 12). La storia delle Opere pie Donini vede già nell'Ottocento l'aggregazione allo Stabilimento delle Croniche di altre fondazioni pie, istituite con disposizioni testamentarie. Si tratta dell'Eredità Tanci, costituita con lascito testamentario da Anna Tanci in Parisini, la cui documentazione compare nel fondo a partire dal 1879. Tale Eredità viene utilizzata per il mantenimento annuale di alcune donne anziane inferme ospitate nello Stabilimento per le Croniche. L'Eredità Bianchi costituita, sempre per via testamentaria, da Carlotta Bianchi in Inglesi, che, con testamento del 24 febbraio 1880, aperto il 6 febbraio 1882, lascia tutto il suo patrimonio allo Stabilimento per le Croniche. Quanto all'Eredità Piaceri, sappiamo che Giuseppa Piaceri, con testamento del 5 dicembre 1873 nomina sua erede Pastora Gennari con la condizione, poi verificatasi, che l'eredità sarebbe passata allo Stabilimento Donini per le Croniche nel caso in cui fosse morta senza figli. Sono documentate anche altre eredità: l'eredità Maioni (di Altavilla Maioni vedova Zoppetti) successiva al 1894; eredità Luigi Calderani 1898-99 e l'eredità Alunni Gregoretti 1877-1900; l'eredità Carolina Paciotti, l'eredità Vaiani, l'eredità Stefanelli e l'eredità Elpidio Rossi. Numerosi sono anche i lasciti, i legati o vitalizi (lascito Angeletti Loda, legato Speroni Marzio, eredità Gaetano Bianchini, lascito Verducchi 1882- 1907, eredità Vincenzo Bianchini 1895-1919; legato Luitgarde Inglesi 1865-1898, e i legati Trinci, Trebinger, Stamigni ,Pigli, Natalini, Gasparoli ed il vitalizio Zanchetti). Laura Donini nasce a Perugia il 30 gennaio 1765 da Luigi Donini e Costanza Baldeschi. La famiglia Donini è famiglia nobile ma «di origine negoziante», che acquisisce «il titolo e la qualifica patriziale piuttosto tardi», mentre i Baldeschi appartengono a una più antica stirpe di giuristi, discendenti del grande Baldo (1327-1400). I Donini avevano saputo sempre diversificare le loro attività ed erano stati anche «dottori in "utroque iure", uomini d'arme [ ] e membri della municipalità» (R. Chiacchella). I nuclei principali delle proprietà della famiglia sono il Palazzo Donini nel Corso di Perugia, oggi sede della Giunta regionale, e le grandi tenute di San Martino in Campo e di Montebello.
sede: Perugia
funzioni: Opere pie, istituzioni di assistenza e beneficenza, ospedali
fonti: Statuti organici delle Opere Pie Donini fondate dalla Bo. Me. Contessa Laura Montesperelli di Perugia approvati con Regio Decreto 28 luglio 1872, Perugia, 1872; Statuto organico delle Opere Pie Donini in Perugia, Perugia, 1906; Tavole di Fondazione delle Opere Pie Donini fondate dalla Contessa Laura Montesperelli di Perugia, Perugia, 1927; SOPRINTENDENZA ARCHIVISTICA PER L'UMBRIA, Le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza dell'Umbria. Profili storici e censimento degli archivi, a cura di M. SQUADRONI, Roma, 1990 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Strumenti, CVIII).
Per un inquadramento generale del tema delle istituzioni di beneficenza nell'Italia post-unitaria, si vedano: S. LEPRE, Le difficoltà dell'assistenza. Le opere pie in Italia fra '800 e '900, Roma, Bulzoni, 1988; F. DELLA PERUTA, Le opere pie dall'Unità alla legge Crispi, in "Il Risorgimento", 1991, nn. 2-3, pp. 173-213; A. FIORI, Poveri, Opere pie e Assistenza. Dall'Unità al fascismo, Roma, Studium, 2005.