Rossi, Raffaele - (01 febbraio 1923 - 07 febbraio 2010) + info
storia: Raffaele Rossi nacque il 1º febbraio 1923 a Perugia, in borgo Sant'Antonio, da una famiglia operaia. Frequentò l'Istituto magistrale "A. Pieralli" di Perugia e, alla fine degli anni Trenta, partecipò alla organizzazione dei primi gruppi antifascisti, grazie al contatto con professori, come Elisa Quadri e Averardo Montesperelli, e con personalità centrali per l'antifascismo umbro, come Aldo Capitini, che fecero maturare in lui l'opposizione al regime. Conseguì la maturità nel 1942 e iniziò l'attività di insegnante elementare nelle scuole rurali umbre (tra il 1942 e il 1948, quando lascerà l'insegnamento per dedicarsi a tempo pieno alla politica, insegnò a Pupaggi di Sellano, S. Orfeto, Montali di Panicale, Ramazzano, S. Ellero di Passignano). Dopo l'armistizio e durante l'occupazione tedesca fece parte del movimento giovanile di resistenza nella città di Perugia, assumendo poi incarichi di direzione del movimento giovanile comunista e del Partito Comunista Italiano nel 1944. Fu tra gli organizzatori dell'iniziativa di riconciliazione tra giovani antifascisti ed ex fascisti che si svolse a Perugia per il Capodanno 1947 e che ebbe un'ampia eco nella stampa nazionale. Dal 1948 al 1950 fu vicesegretario della Federazione provinciale di Perugia del P.C.I. e nel 1951 segretario della Federazione di Perugia. Nel 1951 sposò Aimera Bonucci, dalla quale ebbe due figlie. Fece parte del Consiglio comunale di Perugia dal 1952 al 1956, quando venne inviato dal Partito a Terni quale segretario della Federazione provinciale (carica che mantenne fino al 1966). Venne eletto membro del Comitato Centrale nell'VIII Congresso del P.C.I. del 1956, anno fondamentale per la vicenda della critica e della condanna dello stalinismo, nella diversità e alterità tra l'esperienza sovietica e quella italiana. Nel 1964 lasciò temporaneamente la politica per tornare a dedicarsi all'insegnamento: importante soprattutto l'esperienza nella scuola di Avigliano Umbro (1965-1966), all'epoca frazione di Montecastrilli. Le esperienze nelle varie scuole rurali umbre (insegnò anche a Poggio Aquilone di S. Venanzo, Acquapalombo, Borgo Bovio e Pianello) lo resero attento, anche nella successiva attività di parlamentare, ai problemi della pubblica istruzione e della scuola. Nel 1966 divenne segretario regionale del P.C.I. e nel 1969 entrò a far parte della Commissione centrale di controllo del partito. Nel maggio 1968 venne eletto senatore per il P.C.I. nel collegio di Terni (venne rieletto anche nel 1972 e poi nel 1976 nel collegio di Perugia); fece parte di numerose commissioni (tra cui Industria, Vigilanza RAI, Interparlamentare per le Regioni, Ecologia, Pubblica istruzione, Esteri) e dal 1976 entrò a far parte del Consiglio d'Europa e del Consiglio dell'Unione Europea Occidentale. Durante la sua attività di parlamentare, si dedicò in modo particolare a tematiche relative alla scuola e all'istruzione primaria, alla riforma federalista dello Stato, al progetto di riforma delle Università, alla riforma delle Camere di commercio; per quanto riguarda l'Umbria, si oppose a lungo, ma senza successo, alla soppressione della ferrovia Spoleto-Norcia, chiusa nel 1968 e poi smantellata. Nel 1970 era stato eletto consigliere comunale di Montecastrilli, e lavorò per la nascita del Comune di Avigliano Umbro (1974), la cui situazione conosceva dal periodo dell'insegnamento del 1965-66. Venne rieletto nel consiglio comunale di Perugia nel 1975, fu riconfermato nel 1980 e ricoprì la carica di vicesindaco dal 1980 al 1987, quando presentò le proprie dimissioni. Fra le opere più importanti dell'amministrazione comunale, in quegli anni di profonde trasformazioni per la città, vi fu l'apertura delle scale mobili dall'interno della Rocca paolina e la parziale chiusura del centro storico alle automobili. Sui problemi della città e dell'urbanistica Rossi scrisse il volume "Discorso sulla città", del 1984, e vi si dedicò intensamente quando lasciò definitivamente la politica attiva, dopo le dimissioni da vicesindaco. Contemporaneamente intensificò la sua attività in campo scientifico e storico: dal 1986 al 2001 diresse l'Istituto per la storia dell'Umbria contemporanea (I.S.U.C.), e in tale veste organizzò numerosi convegni, iniziative, incontri, oltre a curare numerose pubblicazioni e collane sulla storia di Perugia e dell'Umbria ("La più grande Perugia", "Storia illustrata delle città dell'Umbria"); dal 2002 diresse la nuova rivista "Umbria contemporanea". Altre istituzioni culturali di cui fece parte furono la Società Dante Alighieri, l'Università per stranieri di Perugia, l'Accademia di belle arti di Perugia. Fece inoltre parte di associazioni di cittadini, quali "La città di tutti", e promosse iniziative, incontri e dibattiti sul tema della qualità della vita in città, sullo sviluppo sociale e urbanistico di Perugia e sui problemi del centro storico, come l'incontro "Conversazioni sulla città" del 2001. Morì a Perugia il 7 febbraio 2010. Tra le sue opere, oltre al "Discorso sulla città" già citato, si segnalano l'opera teatrale sul Risorgimento "La libertà che non è pane", scritta nel 1961 in occasione del centenario dell'Unità d'Italia e segnalata dalla giuria del Premio Ferrara, "La stampa a Terni dal 1876 al 1900" (1969), "Il PCI in una regione rossa" (1975), "A. Fedeli, C. Farini: dal socialismo umbro al partito nuovo" (1979), "Un simbolo di libertà, storia del Monumento al XX Giugno" (1988), "Da capitale agraria a città moderna", in "Perugia" (1990), "Una città più grande e più bella", in "Cinquanta anni di urbanistica" (1993), "Una piccola regione nella prospettiva federalista" (1997), l'autobiografia "Volevamo scalare il cielo. Il Novecento dai luoghi della memoria" (1999), "La città la democrazia. Dialogo riformista con Gaetano Salvemini" (2009).