Direzione centrale provvisoria delle poste, telegrafi e lavori pubblici - (06 ottobre 1860 - 01 giugno 1861) + info
storia: La Direzione centrale provvisoria per i Lavori Pubblici, Poste e Telegrafi delle province dell'Umbria viene istituita il 6 ottobre 1860 con un decreto sottoscritto da Gioacchino Napoleone Pepoli, nominato Regio commissario generale delle province dell'Umbria dal re Vittorio Emanuele II il 12 settembre 1860. Il motivo dell'istituzione dell'ente è da ricercarsi nel programma di adeguamento al modello sabaudo delle istituzioni amministrative locali di ogni singolo territorio annesso al Regno di Sardegna durante l'unificazione nazionale italiana. La Direzione centrale creata dal Pepoli, dunque, punta ad esercitare nell'ambito della regione Umbria le funzioni relative alle specifiche competenze del ministero torinese. La struttura di questo ministero, istituito con Regie Lettere Patenti del 7 dicembre 1847, n. 650 e modificato con Regio Decreto 22 agosto 1848, n. 795, è definita dallo "Statuto fondamentale del Regno" del 1848 (parte IV, capo IX): raccoglieva in sé competenze relative a lavori pubblici, Regie Poste, Telegrafi Elettrici e amministrazione di acque e strade. La Direzione centrale provvisoria, però, ampliò le proprie competenze arrivando ad occuparsi sia della riforma doganale dei confini che, dopo l'unificazione territoriale, non avevano più ragione d'esistere, sia delle ferrovie e del restauro dei monumenti e degli oggetti d'arte. A somiglianza della suddivisione piramidale in direzioni generali e servizi, a seconda dei distinti livelli di competenza, del ministero torinese, il commissario Pepoli pose a capo dell'ente di sua istituzione un direttore centrale, Francesco Bianconcini, nominando ingegneri governativi che si occupassero di diversi generi di lavori pubblici sul territorio umbro. Dallo studio dei documenti presenti nel fondo archivistico, emerge la volontà di migliorare la rete ferroviaria locale per risolvere il problema dell'isolamento dalle grandi arterie nazionali, decidendo per questo di ampliare la Ferrovia Centrale Romana e le arterie dirette al confine con la Toscana - il Commissariato generale, tramite gara d'appalto, assegnò la costruzione delle strade ferrate alla francese Société Generale des Chemains de Fer-. Ai documenti sono spesso allegati piante e studi sul problema, come quelli particolarmente interessanti del marchese Filippo Antonio Gualtieri di Orvieto, datati 1847 (b. 15, cat. 2, fasc, 16). Riguardo alle strade, classificate in nazionali, provinciali, consorziali, comunali e comunali non sussidiate, traspare lo stato di degrado in cui versavano, non tanto a causa della carente manutenzione, quanto in conseguenza dei violenti terremoti che interessarono la zona negli anni immediatamente precedenti l'unificazione nazionale (principalmente il terremoto del 1854 nella zona nord-ovest dell'Umbria e quello del 1859 in Val Nerina). La messa in atto dei lavori per la ricostruzione delle strade prende origine dalle istanze inviate dai singoli comuni ed è ricca di piante e disegni, alcuni artisticamente pregiati, su carta velina o eseguiti ad acquerello. Tra i documenti si conservano anche i preventivi di spesa e i mandati di pagamento emessi dal Ministero delle Finanze. Si segnalano, inoltre, lavori specifici eseguiti su palazzi, monumenti e opere d'arte: la ricostruzione del tetto del Duomo di Orvieto, la ristrutturazione del Palazzo Governativo di Perugia (Palazzo dei Priori) e di caserme e carceri. Il lavoro della Direzione Centrale Provvisoria, seppur intenso, è breve: con decreto del 15 dicembre 1860 il commissario Pepoli stabilì la soppressione della sezione Poste e Telegrafi con decorrenza dal 1 marzo 1861. Le competenze di questa sezione furono trasferite all'analoga direzione della Toscana ed è probabilmente questo il motivo per cui i documenti relativi alle poste e ai telegrafi in questo fondo risultano tanto esigui. La sezione relativa ai lavori pubblici, infine, continuò ad esistere fino al 1 giugno 1861, quando venne soppressa con la cessione delle competenze al Ministero dei Lavori Pubblici.