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(1560 - 1798)
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- storia: Il governatore di Spoleto di nomina pontificia era il capo della Provincia del Ducato e ha da sempre esercitato le funzioni giudiziarie oltre alle funzione proprie della sua carica. Per le specificità delle funzione svolte è da considerare come un organo decentrato dello stato ma che allo stesso modo è incardinato nella struttura istituzionale del comune di cui genericamente svolge funzioni di vertice. Il tribunale, dapprima ubicato nella Rocca inferiore della città, intorno alla metà del 500 si trasferì nei locali al pianterreno del cortile d'onore della Rocca dove sono ancora visibili le tracce della plurisecolare attività che vi si svolgeva. Di norma il governatore non teneva udienza ma si faceva sostituire da un luogotenente il quale si avvaleva di uno o più uditori con l'assistenza di notai con funzioni di estensori materiali degli atti. A partire dalla seconda metà del XVI secolo la Curia si strutturò dotandosi di due luogotenenti, uno per le cause civili l'altro per le penali. Mentre le funzioni della cancelleria penale erano esercitate da un cancelliere nominato dal governatore, per le cause civili la Curia si avvaleva di notai in qualità di attuari, designati dal locale collegio notarile. Al governatore competeva il diritto di segnatura sulle cause civili e si pronunciava in appello sulle sentenze emanate dal podestà e la sua giurisdizione si esercitava sul territorio del distretto di Spoleto.
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